Lunedì in mattinata ci siamo trovati per tirare qualche nodo al pettine. Decisioni sui caratteri da utilizzare a parte, ecco un sunto.
1) Impaginazione: prima pagina con uno pseudo-editoriale senza titolo, nel quale verrà "introdotto" l'articolo del numero, specificando qualcosa che rimane irrisolto nella trattazione successiva; obiettivi da far emergere: visione "scientifica" della realtà. Seconda e terza: articolo; in fondo: un glossario (note a piè di pagina) per spiegare i termini difficili, più la vetrina dei link e una civetta che rimanda al numero successivo. Lampo ci ha assicurato che non avremo problemi tipo "e se dobbiamo cambiare all'ultimo l'articolo del mese seguente?", quindi noi ci fidiamo.
2) Primo numero: vedrà proposto l'articolo sulla radioattività, in quanto ad oggi è il più completo. Papabile secondo: il DNA e le fluorescenze (lavorando sui glossari!), numero 3: google pageranking.
3) Da farsi: chiedere al preside di contattare le scuole sull'argomento (visto il successone delle mie mail -in effetti scusate ma ho il brutto vizio di sorpassare le gerarchie quando sento che si potrebbe accelerare un'operazione...Mi dispiace!); caldeggiare nuovi articoli ad altri gruppi di ricerca/ riassunti di tesi, anche.
4) Osservazioni: nel far leggere a un'impavida matematica l'articolo sui solitoni, abbiamo notato che ha estratto bandiera bianca dopo quattro righe. Dobbiamo pensare alla risistemazione degli articoli in modo che non deficino in spiegazioni approfondite, ma non calchino nemmeno troppo la mano. Devono saper spiegare senza spaventare alunni di scuola superiore (qualsiasi scuola superiore!).
5) Da farsi dopo la pubblicazione: richiedere alle scuole aderenti un resoconto su: a chi è stato proposto il giornale, come è stato proposto (con commenti del professore o senza), come è stato trovato.
6) Iniziative collaterali: il direttore de La Provincia in modo carino ha tentato di farmi capire che lo scrivere una tantum un articolo nostro sul giornale non s'ha da fare. Ciononostante si offre per una presentazione del nostro progetto sulle pagine del suo giornale.
7) Per il futuro: possibilità di richiedere finanziamenti da privati per la stampa. Ma si attenderà l'entrata a regime.
Osservazione conclusiva: migliorare (migliorare? forse sarebbe meglio dire costruire da zero...) le comunicazioni inter-facoltà...
bene ottimo... mi date un link al testo dell'articolo sulla radioattività che gli butto un occhio?
RispondiEliminaMolte grazie...
Ciao Toto, ecco il link al gruppo del progetto di divulgazione: http://groups.google.it/group/progettodivulgazioneinsubria/files.
RispondiEliminaL'articolo in questione è
articolo-radioattività.pdf
Ciao Dan, grazie. Nel frattempo mi aveva risposto anche Teo per email. Grazie anche a Teo.
RispondiEliminaHo letto l'articolo e a parte qualche errore di battitura (vedi accento nel verso sbagliato) mi sembra nel complesso abbastanza buono. Ecco le mie considerazioni.
0. Incarna una doppia anima: quelle di cui si discuteva qualche tempo fa in uno dei primi post. Sorge la domanda: il Quanto vuole fare divulgazione o dire cosa si fa all'Insubria? Questo articolo nel tentativo di raggiungere entrambi gli scopi rischia di fare un po' di confusione e onestamente questa doppia trama mi piace poco. La mia opinione - discutibile - è che sarebbe meglio focalizzarsi sulla divulgazione. Anzi ancora meglio. Si potrebbero togliere dall'articolo tutti i riferimenti a quanto fatto a Como e riassumerli in un boxino da mettere a fianco in qualche modo. Una sorta di "Lo sapevate che anche a Como...". Si questa soluzione mi piace un sacco. Così resta vivo lo spirito di divulgazione e poi si può vedere cosa succede nella realtà locale.
1. E' lunghissimo. In due facciate, con qualche immagine non ci starà mai, a meno di scriverlo in corpo 6. L'introduzione mi piace tanto, soprattutto la parte sui radioisotopi primordiali e le catene, però temo rubi un po' troppo spazio al cuore dell'articolo.
2. Giusto per non sollevare troppo allarmismo, visto che l'influenza A ne sta già facendo abbastanza, aggiungerei che la soluzione semplice per abbassare i livelli di radon è aprire le finestre e areare bene i locali in cui si vive, specie se parzialmente o totalmente interrati. Già un'abitazione al primo piano ha molti meno problemi di concentrazione di gas radioattivo.
3. Il titolo. Non mi piace per nulla... Al momento non mi vengono idee brillanti, ma se mi viene in mente qualcosa ve la comunico.
4. Nota di stile/1. Le note a pie' di pagina stanno bene in un libro o in un articolo scientifico. Le avete mai viste sul Corriere?
5. Nota di stile/2. Troppe parentesi. Sembrano i miei appunti...
Questi i miei due centesimi...
Come al solito toto ha centrato dei punti caldi, alcuni dei quali non ci erano venuti in mente.
RispondiEliminaDunque, cerco di andare per ordine.
Punto 0, la finalità. L'idea è quella di fare divulgazione, parlando di un argomento e magari iniziando con "Qui all'Insubria, il gruppo tal dei tali sta studiando questo fenomeno ...". Divulgazione spiegando che siamo noi a fare le ricerche di cui si parla. I problemi relativi alla "doppia identità" e alla lunghezza per ora direi di tenerceli. Il primo penso sia una cosa che dovremmo affinare con le varie uscite, mentre la seconda, useremo tre facciate (l'idea sarebeb non superare le 3).
Punto 2: ci avevo pensato anch'io. Se lo scriviamo così, tutti scappano. Per approfondire Federica, nell'editoriale vorremmo mettere due tipi di cose. Parlare dell'interpretazione dei dati (ad esempio, spesso si può confondere media con moda, e sono cose anche molto diverse), e la seconda dare qualche informazione al contorno all'articolo.
Per esempio, quantificare le componenti artificiali e naturali della radioattività media che ci becchiamo e spiegare perchè si parla di radon (ambienti chiusi, areazione, ecc).
Per concludere, il titolo scritto era quello che ci era stato proposto; seguendo il tuo consiglio lo cambieremo con uno più accattivante (dopo aver avvisato l'autrice). Le note a piè di pagina vedremo poi se mantenerle o se c'è una valida alternativa.