La storia di una mela -si pensa- è presto detta:
un seme, un po' di linfa, calore della primavera
e il bel frutto dall'alto di un ramo svetta.
Ma, a onor del vero, vi fu in una non lontana era
un individuo di tal specie che non si limitò affatto
a far bene il suo mestiere, per gli amanti del mangiare:
la sua rivoluzione rese possibile un gran fatto
che per la corsa della scienza fu quantomeno salutare.
Si narra che un dì un tale, volendo schiacciare un pisolino,
s'andò a sdraiare ai piedi di un albero da frutto
e, quando quella mela gli urtò contro il coppino,
lui, raccogliendo il pomo, s'illuminò tutto:
" Vuoi vedere che questo rotolare delle cose a valle
e, in generale, il loro precipitare in basso,
può spiegare addirittura il moto delle stelle
e come cadrebbe da un'alta torre un sasso?"
Aperse così il libro dei pianeti sullo scaffale;
quella sera saltò cena, non chiuse occhio e venne al dunque:
mediante la sua legge di gravitazione universale
era in grado di spiegare il moto d'un corpo qualunque.
Quando poi s'accorse che funzionava tutto quanto
se, con quella formula, studiava le leggi di Keplero,
quell'Isaac Newton se ne fece un vanto,
poi divenne sir e l'omaggiò il Regno intero.
Aveva dato il colpo a una disciplina infida:
con lui s'apriva il mondo complicato della dinamica,
quella di cui ogni studente di primo acchito diffida
perché non è sufficiente conoscer la matematica.
Abbiamo quindi confermato che esistono vicende
che, rovesciando ciò che da loro ci si aspettava,
finiscono col decidere ben più importanti faccende.
E non mi riferivo certo al baronetto che sonnecchiava:
chi può dimenticare quel sacrificio gratuito
della ormai famosa, tondeggiante, cara mela
senza il cui volo, evento di certo fortuito,
non sapremmo nemmeno manovrare una barca a vela?
Una bacheca virtuale degli studenti di Fisica dell'Università dell'Insubria & friends.
sabato 26 gennaio 2013
lunedì 21 gennaio 2013
Processo l'Aquila
Vorrei
proseguire con un approfondimento lungo la linea tracciata 3 mesi fa da
Federica, quando ci riportò con grande imparzialità l'importante fatto di cronaca della
sentenza nel processo dell'Aquila, nel quale la commissione "Grandi
rischi" è stata condannata a sei anni di reclusione per omicidio colposo
plurimo e lesioni colpose. Commissione comporta da uomini di scienza a cui è
stato affidato un ruolo pubblico molto importante.
Ieri sera al
programma Presa
diretta su rai 3, hanno fatto un'analisi approfondita dell'intera
vicenda e ciò che esce fuori esula da facili ed affrettate conclusioni, come
troppe se ne sono sentite nei giorni successivi alla sentenza. Ciò che i media
hanno riportato, o ciò che l'opinione pubblica ha voluto sentire, sarebbe che
la sentenza storica emessa dal giudice Marco Billi accusa gli scienziati di non
aver previsto il terremoto che devastò la provincia dell'Aquila il 6 aprile
2009.
Reazioni di
sconcerto da ogni parte del paese, anche da personalità di spicco della
politica:
«Questa
sentenza è la morte dello stato di diritto e una follia allo stato puro - ha
commentato il leader Udc, Pier Ferdinando Casini - . L'obbligo previsionale in
ordine a eventi tellurici è sancito»
«È una
sentenza un po' strana e un po' imbarazzante: chi sarà chiamato in futuro a
coprire questi ruoli si tirerà indietro» ha detto il presidente del Senato,
Renato Schifani.
Si è detto
«avvilito, disperato» Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di
geofisica e vulcanologia (Ingv). «Pensavo di essere assolto - ha aggiunto -
ancora non capisco di cosa sono accusato».
I terremoti non si possono prevedere da nessuna parte nel mondo, ma ciò che va precisato è che non è per non aver fornito la magnitudine, la data e l'ora del terremoto che i 7 scienziati sono stati giudicati colpevoli. Bensì per la loro negligenza, irresponsabilità, frettolosità nel sentenziare che la probabilità di un terremoto in quella zona ed in quel periodo, a seguito di prolungati sciami sismici, è molto bassa.
Siamo nel
campo delle probabilità e noi del settore sappiamo benissimo cosa ciò
significhi, ma sappiamo anche che la matematica è in grado di fornirci modelli
previsionali affidabili basati sulla statistica, accumulata in un centinaio di
anni di archiviazione di eventi sismici (rapporto Barberi, INGV).
La comunità
scientifica sapeva che in quella zona la probabilità sismica è elevata e che a
seguito di un prolungato sciame sismico non ci sono prove che un terremoto di
magnitudo alta non si possa verificare.
Ciò che esce fuori dal reportage di Presa diretta è che le conclusioni deliberate dalla commissione quella sera del 31 marzo (7 giorni prima della scossa), sono state prese a tavolino, per una volontà politica superiore. In particolare il capo della protezione civile Bertolaso viene colto in una intercettazione mentre incita la commissione a ritrovarsi per sentenziare che non esiste rischio di un forte sisma, per tranquillizzare la popolazione (la riunione dura solo 1 ora). Dunque i 7 ingenui scienziati ci hanno solo messo la faccia, la firma, per dare autorevolezza a quella rassicurazione.
Lo stesso Enzo
Boschi dice di non essere stato affatto d'accordo con le conclusioni di quella
riunione, poiché la scienza (e dunque tutti i membri della commissione) sapeva
benissimo che il rischio era indubbiamente alto. Ma allora ci si chiede come
mai nessuno di quegli eminenti accademici abbia alzato la mano per dare voce
alla scienza?!?
Uno dei familiari delle vittime ha appunto commentato
dicendo: "La scienza non era presente in quell'aula". martedì 15 gennaio 2013
La vita in microvite
Ragazzi d'ora in poi vi annuncio che il vostro stile di vita cambierà drasticamente (o almeno è ciò che spera l'autore della ricerca che sto per presentarvi).
Prendo spunto dall'articoletto apparso su "Le Scienze" di questo mese (pag.93) in cui la nostra vita ed in particolare la sua durata, viene trasformata in un gioco a punti, nel quale l'unità fondamentale è la "microvita", corrispondente a 30 minuti di vita.
Esempi:
-se fumate due sigarette perdete 1 microvita
-se state seduti senza fare attività per due ore perdete 1 microvita (e questo ci porterà alla morte cari colleghi)
-se mangiate 85g di carne rossa perdete 1 microvita
-se mangiate 1,25 porzioni di frutta o verdura guadagnate 1 microvita (non è molto chiaro cosa sia una porzione...)
-se fate 20 minuti di esercizio fisico guadagnate 2 microvite (+1 ogni 40 minuti successivi di esercizio)
(qui trovate un elenco più esauriente)
Chiaramente visto che il tempo passa, ogni giorno perdiamo 48 microvite, ossia 24 ore di tempo. Però visto che se sopravviviamo alla giornata aumentano le nostre aspettative di vita, abbiamo un riguadagno di 12 microvite. Dunque ogni giorno perdiamo 36 microvite a testa. Se volessimo giocare a partire da un punteggio iniziale cito nuovamente un articolo di "Le Scienze" del mese di novembre 2012 (pag.50) dove viene riferito che la vita media di un bambino nato nel 1990 è di circa 75 anni, pari a 1.314.000 microvite. In base al nostro stile di vita possiamo però far accelerare o far rallentare la perdita di microvite, così da vivere più o meno a lungo.
Che vinca il migliore! :D
lunedì 7 gennaio 2013
Oggetti smarriti
E' stato smarrito un libro di testo in aula 2.4 di via Castelnuovo, appartiene a qualcuno di matematica o fisica della triennale quasi sicuramente. Se qualcuno fosse il proprietario, scriva qui! (Ometto titolo e autore perché potrebbe essere un libro piuttosto ambìto...)
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