domenica 12 dicembre 2010

Project Tuva



“Da un grande potere derivano grandi responsabilità.” Dev’essere questo quello che ha pensato Bill Gates quando ha deciso di mettere in pratica il “progetto tuva”. Il nome, poco indicativo, si riferisce ad una remota regione della federazione russa, situata in Siberia centro meridionale lungo il confine con la Mongolia. Ha circa 300.000 abitanti, dei quali circa due terzi appartengono all'etnia tuvana. La capitale è la città di Kyzyl (ab. 100.000). Vi si parla il tuvano, lingua di ceppo turco, il russo è usato correntemente. Tuva è famosa per il caratteristico canto gutturale xöömej. Potrei continuare così a spacciare come cultura generale fatti di cui non ne avevo la benché minima cognizione (e tuttora non saprei ripetere a memoria) prima di averli copiati ed incollati da Wikipedia, ma invece cercherò di illustrare in cosa consiste il progetto. Durante il 1964 il Fisico premio Nobel, insegnante, cantastorie, suonatore di bongo, scassinatore di casseforti, nonché l’unica persona al mondo ad aver visto un’esplosione nucleare ad occhio nudo (con la sola protezione di un vetro di un autocarro), Richard Feynman tenne un ciclo di 7 conferenze alla Cornell University, nel corso del progetto delle Messenger Lectures, delle lezioni pubbliche tenute, nelle intenzioni, da “i più abili conferenzieri ottenibili” di quel tempo. Di certo si centrò l’obbiettivo quell’anno riuscendo ad invitare il professor Feynman, che si occupò in quella circostanza di descrivere il “carattere delle leggi fisiche”, come vengono pensate, con quale linguaggio, da quali intuizioni, con che conseguenze.
Pur non essendo didattiche in senso stretto, poiché nessun concetto fisico viene sviluppato in maniera AMPIA (il che non significa che venga presentato in maniera SUPERFICIALE, come lo stesso Feynman tiene a precisare), ciò nonostante sono sembrate abbastanza interessanti al signor Bill Gates da comprarne i diritti dalla BBC e caricarle online per renderle disponibile a chiunque voglia godersele. (A questo indirizzo)
Così dal 13 Luglio 2009 è possibile rivivere l’incredibile esperienza di poter vedere, davanti ai propri occhi, una mente mirabolante spiegarti ciò di cui si occupa la Fisica, proprio da qualcuno che ne ha contribuito il progresso in prima persona.

Ciò che colpisce sin dall’inizio è la sua grandissima capacità di “performer”, prima che di conferenziere. I gesti, i movimenti, le pause sceniche, i cambi dei toni di voce, fanno pensare che se non si fosse applicato alla fisica Feynman avrebbe potuto avere avuto un buon successo come attore. All’inizio della conferenza, il presentatore menziona scherzosamente le sue qualità di suonatore di bongo, e, prendendo la parola, Feynman replica qualcosa come: “E’ strano come quando vengo, raramente, invitato ad esibirmi come suonatore di bongo, il presentatore non senta la necessità di menzionare che sono anche un fisico teorico!”.
Ma Feynman è molto più di un imbonitore di pubblico. Grazie ad analogie, contrasti, esempi, immagini, battute, riferimenti, egli rende tutto accessibile, tutto facilmente assimilabile. Egli rende chiaro ciò che sembra scuro, e ciò che veramente è oscuro, cerca di delinearlo, confinarlo in modo da renderne chiari almeno i contorni.
La sua onestà intellettuale è incredibilmente rigida con se stesso, e più di una volta ci tiene ad affermare i limiti di un tale esempio, o fino a che punto si possa spingere un’analogia; e più di una volta si sofferma per 2-3 secondi a pensare mormorando frasi del tipo “No, aspettate, questo concetto può essere espresso meglio.”
Tutto ciò si mixa con una profonda autocoscienza del proprio ruolo come scienziato, di cosa può e non può dire, di ciò di cui si dovrebbe e non si dovrebbe dubitare. E’ il primo ad ammettere i limiti della scienza, ma anche il più accanito sostenitore della necessità della conoscenza scientifica. In una visione del mondo che il mio professore di filosofia definirebbe “Popperiana”, ci spiega a parole e gesti il caos creativo della scienza, in cui le intuizioni sono più importanti dei concetti, ed ogni passo avanti nella conoscenza corrisponde ad un diverso punto di vista che si aggiunge a quelli precedenti. Non possiamo pensare di utilizzare gli stessi metodi scoperti finora per raggiungere nuove scoperte, perché, se siamo davanti ad un problema, possiamo essere sicuri che tutti i metodi precedenti sono già stati tentati. La storia non si ripete. Ogni passo avanti è dato da un nuovo paradigma, una nuova visione, che potrebbe smentire qualche assioma passato, o magari riprendere qualche ipotesi che si credeva irrimediabilmente falsa. Però detto da uno scienziato e non da un filosofo fa tutto un altro effetto.
Insomma queste lezioni sono un concentrato di filosofia della scienza, ad un livello allo stesso tempo alto ma accessibile, profondo ma gradevole.
L’unica cosa di cui lo si potrebbe accusare è di essere un po’ sopra le righe, forse un po’ pieno di se’, diciamo pure arrogante, ma, come disse il saggio professor Benza, con quella arroganza che deriva dalla consapevolezza di saperne oggettivamente più degli altri, di essere un gradino più in alto sulla piramide della conoscenza, che personalmente preferisco all’arroganza ingiustificata, per esempio, di certi esponenti politici.
Insomma, se Bill Gates l’ha visto due volte, (io per ora soltanto una), credo ci sia un motivo.

PS: Mi sono dimenticato di dire perché si chiama Progetto Tuva! Feynman avrebbe voluto durante la sua vita viaggiare nella terra di Tuva, ma per questioni burocratiche non ci riuscì mai. Ottenne il lasciapassare dall'Unione Sovietica solo il giorno dopo la sua morte. Il nome suggerisce così un sogno mai realizzato, che forse potrà essere conseguito non fisicamente ma virtualmente consentendo a tutti di usufruire delle sue lezioni.

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