domenica 17 ottobre 2010

100 e passa

Un paio di settimane fa il blog Fisici Insubria ha raggiunto la soglia dei 100 post pubblicati, ormai abbondantemente superata.
Ne è passata di acqua sotto i punti da quando nell'ottobre dello scorso anno il Teus, nostro indiscusso blogmaster e presidente onorario del blog, con un blitz repentino e inaspettato ha varato questo spazio virtuale per noi studenti di Fisica dell'Insubria di cui si parlava da tempo ma che nessuno si era ancora preso la briga di creare.

Ma mentre l'acqua scorreva sotto i ponti, noi non siamo certo rimasti a guardarla... abbiamo studiato e imparato un sacco di cose nuove, su queste pagine si sono accesi dei dibattiti interessanti e appassionati, abbiamo organizzato un'iniziativa di divulgazione scientifica di ottimo livello come il Quanto e messo in piedi un OpenDay GALATTICO, ci siamo sbattuti in $N$ modi diversi per $M$ motivi differenti, continueremo a farlo e credo che alla fine ne valga la pena.

Scorrendo i titoli dei post pubblicati tornano alla mente situazioni che sembrano ormai lontane nel tempo, ma c'è una costante che ci portiamo dietro da ormai un anno di post, anche se ha radici ben più antiche: le polemiche sulla nostra Facoltà.

Alle polemiche e alle accuse che, non facciamoci illusioni, continueranno ad arrivare, risponderemo sempre mostrando la passione che ci anima nello studio.

A questo proposito pubblico una appassionata lettera aperta scritta dagli amici del secondo anno di chimica:

Siamo il secondo anno del Corso di Laura Triennale in Chimica, presso la Facoltà di Scienze dell’Università dell’Insubria di Como. Siamo tredici compagni di classe. Siamo un costo per lo Stato: siamo un costo per voi.

Ogni mattina quando arriviamo in classe ci guardiamo in faccia, ci diamo il buon giorno chiamandoci per nome e, al contrario di quello che succede in molte altre Facoltà, non abbiamo mai problemi di sovraffollamento delle aule; anzi, ci sediamo quasi sempre negli stessi posti come se quel mezzo metro di legno appartenesse proprio a noi. 
Questo perché, oggi, in Italia, la chimica “si vende” per poco. Sì…si apprezzano i suoi prodotti, i suoi benefici ma senza mai ricondurli a Lei. Alla mente della chimica. Ciò che non si conosce fa paura, ciò che non si capisce non si apprezza e tutto quello che opera in silenzio si dimentica. 
Anche se la nostra nascita in questo mondo silenzioso è avvenuta da poco, e non comprendiamo fino in fondo quella “nobiltà del farsi signori della materia” a cui Primo Levi (a potremmo scrivere altri centinaia di nomi) era tanto fedele, la percepiamo ogni mattina, quando con tanto impegno, e molta di più pazienza ci viene trasmessa, più dei concetti, delle leggi, delle formule... la passione. Non solo per la chimica ma anche per il sapere, per la ricerca ed infine per il conoscere quello che non si capisce; per poterlo apprezzare. 
Quando vi chiedete cosa si impara praticamente ad una Facoltà scientifica, noi ci azzarderemmo a rispondervi che prima di tutto a noi insegnano tutto questo. 



Per oggi però rompiamo il silenzio perché non possiamo accettare, soprattutto a vent'anni, di sentirci dire continuamente che per avere un futuro dobbiamo fuggire da qui, che ciò che non va è talmente grande che non può essere cambiato. 
Noi possiamo cambiarlo...e dopo averci provato, come direbbe un criticato filosofo del '900 a proposito “della guerra e degli uomini di guerra”, se il nostro pensiero soccomberà, la nostra onestà nell'averci provato dovrà ancora gridare trionfo! 
La nostra voce non è da interpretare esclusivamente come una critica ad alcuni commi del Ddl Gelmini,che sebbene tratti di questioni imminenti non è il punto focale della questione, ma come una richiesta d'aiuto da parte di un mondo che sta lentamente scomparendo trascinando con sé una vita di lavoro e sacrifici di diecimila ricercatori. 
Quello che qui manca prima dei riscaldamenti nelle aule, quello che manca ancor prima dei fondi per poter sostenere i laboratori, è la fiducia in noi e in loro che lasciano da parte il loro obiettivo, senza dimenticarlo, per poter dare un futuro a noi vedendo già troncato il loro. 
La ricerca italiana non trova difficoltà ad essere riconosciuta e apprezzata all'estero, i ricercatori che operano ancora qui lo fanno per dare qualcosa in cambio al loro Paese e a tutti coloro che hanno creduto in loro. 



Oggi il nostro obiettivo non è informarvi sul funzionamento della ricerca italiana e nemmeno convincervi che il costo che essa comporta è in realtà un investimento. Non vogliamo nemmeno darvi i dati tecnici o farvi il resoconto di come procede la protesta che ha investito le università nell'ultimo periodo o lamentarci dei “disservizi” che come studenti abbiamo subito, oggi il nostro obiettivo è farvi capire che dietro al mondo universitario corrotto e privo di meritocrazia spesso descritto dai mass media e radicato nell'immaginario popolare esiste il nostro mondo universitario, composto da una gioventù non tutta “bruciata” ma ancora piena di voglia di fare e rifare, di imparare e migliorarsi. 
Un'università non vecchia e decadente ma solo in letargo, che per essere risvegliata necessita, oltre al nostro impegno, l'interesse comune e la vostra voglia di informarvi come soggetti attivi; visto che il nostro lavoro ricade direttamente su di voi. 



Oggi noi potremmo alzare la voce, scendere in piazza a protestare, accusare i ricercatori, i Presidi di Facoltà, i Rettori cadendo in una guerra dei poveri destinata a placarsi con il tempo, e quando qualcosa che non va non interesserà più direttamente noi, girare la testa dall'altra parte tornando a perpetuare quel silenzio rovinoso,che regna da secoli nel mondo accademico.


Noi oggi abbiamo capito che però questo silenzio magari non incide sulla nostra carriera lavorativa, ma uccide le nostre idee. 
Un tributo così alto per arrivare da qualsiasi parte noi non siamo disposti a pagarlo


Credo che i problemi dell'università vadano ben oltre l'azione di questo o quel governo, che le loro radici siano da ricercare nella visione che la società ha di essa e che queste radici abbiano origini molto lontane nel tempo. Facciamocene una ragione, ci vorranno anni per cambiare questa percezione...


Chiudo questo chilometrico intervento ringraziando tutti gli autori più o meno saltuari e ricordando che qui siamo sempre in cerca di nuove “firme” e collaboratori per il blog, quindi invitiamo chiunque abbia voglia di gettarsi in questa iniziativa a contattarci!

E da domani si ricomincia, a tutti buono studio!

5 commenti:

  1. Grandissimi i chimici, proporrei (spero di non venir lapidato) di pubblicare la loro lettera sulla quarta pagina del Quanto, credo che meriti.

    Dan, ti sei divertito a usare Latex per la prima volta?

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  2. (intendo la quarta pagina del prossimo venturo numero di ottobre, al posto della pioggia...)

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  3. E' sempre un'emozione usare LaTeX, e poi prima o poi andava fatto altrimenti sembra che il logo che c'è sulla spalla sia lì per bellezza.
    Per la quarta pagina dovresti chiedere al Direttorissimo...

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  4. Una lettera stracolma di passione per ciò che facciamo e che ci unisce. Voto anchio per pubblicare la lettere dei chimici in quarta pagina (ne avremo cmq modo di discutere magari nella prossima riunione), d'altronde l'articolo sulla pioggia non si butta. Inoltre questo è un atto di fratellanza con i chimici, che credo avranno piacere nel vedere pubblicata la loro lettera.

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  5. Una lettera fantastica che anche io conoscevo già e avevo già detto alla Fede che era da mettere sul quanto. I chimici sono già daccordo per metterla in una forma più generale per tutti i corsi di laurea della facoltà.

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