giovedì 30 settembre 2010

RINVIO LEZIONI

Ulteriore rinvio delle lezioni deciso dal consiglio di Facolta' di Scienze Como per il giorno
18/10/2010

Tengo a sottolineare che i rappresentanti in CDF non sono assolutamente stati avvisati di questo cambiamento. L'avviso ufficiale viene messo nella sezione avvisi-orario del sito della facolta'. Tenetelo controllato perche' la data potrebbe ancora cambiare.

Ritengo che non sia assolutamente corretto che la Facolta' non invii alcun avviso per e-mail ad ognuno di noi.

12 commenti:

  1. Adesso però si sta esagerando. Chi ci rimette qui siamo noi, non è più corretta nei nostri confronti questa protesta.

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  2. Finalmente qualcuno che lo dice! Van bene le proteste dei ricercatori però siamo noi che sborsiamo i soldi perché ci venga insegnato ciò che ci piace. Non è giusto che gli studenti siano sempre gli ultimi della lista!

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  3. Ecco un interessante articolo del giornale VareseNews, dal titolo "Niente lezioni all'Insubria, ecco perché":

    http://www3.varesenews.it/insubria_uni/articolo.php?id=183436

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  4. Ragazzi, vi ricordo che lo scopo di uno sciopero è proprio quello di dare fastidio, di mettere la gente nella cacca, di creare problemi per farsi ascoltare.
    Se io dicessi "per sciopero non studio più" non servirebbe a nulla, perché l'unico a rimetterci sarei io, non creando disagio a nessuno.
    Al contrario quando scioperano i mezzi pubblici, lì sì che si crea il caos, e allora le alte sfere cominciano a pensarci su, perché non vogliono che si ripeta Francia 1789 ;)

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  5. Scusa se sono scettico, ma in Italia sono state accettate senza fiatare condizioni ben peggiori di quelle di uno sciopero dei professori universitari, come le varie riforme della giustizia. Non ci sarà un'Italia 2010.

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  6. Per quanto riguarda l'idea di principio, sono d'accordo con Claudio. Tuttavia, secondo me questo sciopero non porterà a nulla, se non creare casini agli studenti (per come si stanno mettendo le cose).
    A mio avviso, la cosa più importante è avere informazione onesta: posso anche sostenere, a priori, una causa di protesta se però viene affrontata in modo serio. La facoltà (in quale consiglio poi, dato che nell'ultimo è stato deciso il rinvio all'11 e poi non ci sono più state riunioni) che decide giorno per giorno i rinvii, e in più nemmeno avvisa NON è accettabile.

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  7. Oltretutto, al contrario degli scioperi dei mezzi pubblici, un rinvio delle lezioni colpisce solo una categoria già piuttosto ridotta, quindi non è che venga sollevato chissà che gran polverone...

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  8. Posso fare la cattiva /acida /saputella?
    ...ve l'avevo detto.

    (Adesso però vi dimenticate che sono stata cattiva acida saputella e mi perdonate?)

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  9. P.S se mi lasciate un po' d'aria per affrontare Gorini domani, quando finisco poi preparo una bella lettera aperta da condividere con voi e inoltrare a chi di dovere...che dite? avete in mente altre strategie?

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  10. Ciao ragazzi! Ho letto su un foglio appeso in biblioteca l'invito a visitare questo blog...e oggi non poteva essere giorno migliore.
    Mi chiamo Irene e sono una studentessa del terzo anno di Informatica a Como.
    Come vedo avete saputo anche voi che le lezioni sono state rimandate al 18...
    Oggi, io e i miei compagni, abbiamo avuto una riunione con la Coordinatrice del nostro corso, e oltre a questa notizia ci è stata illustrata una situazione direi PIETOSA per quanto riguarda i corsi attivi quest'anno.
    Abbiamo prontamente scritto una lettera al Preside di Facoltà, anche se abbiamo i nostri dubbi che risponda.
    Vorremmo però unirci a voi nel scrivere "una bella lettera aperta da condividere con voi e inoltrare a chi di dovere"!!!
    Noi siamo veramente arrabbiati per tutta questa situazione, e direi che proprio non ci sta bene!

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  11. la lettera aperta è un'ottima idea! in bocca al lupo per domani

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  12. Il vero problema non è certo se risponderanno, è una cosa che potrebbe richiedergli anche 30 secondi. Mi preoccupa piuttosto cosa potrebbero rispondere.

    Quello che questa protesta rischia di scatenare è una fuga di massa, non certo la risoluzione dei problemi.
    Se anche lo studio diventa incerto come il lavoro, la gente invece di studiare in Italia e andare a lavorare altrove, andrà direttamente a studiare altrove.

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