La notizia della conferenza stampa è arrivata prendendo noi rappresentanti di Scienze un po' di sorpresa, ma personalmente ho deciso di partecipare per incontrare e parlare con gli altri rappresentati di Como delle recenti polemiche che hanno avuto al centro il polo comasco dell'Insubria. Che se è vero che la nostra Università ha atavici problemi di comunicazione, anche noi nel nostro piccolo abbiamo le nostre colpe.
Per la cronaca della conferenza stampa mi affido alla ben più consona penna di Valentina Nichele per bagai de comm:
Ieri mattina presso il Teatro Sociale di Como i Rappresentanti degli Studenti dell’Università Insubria di Como hanno indetto una conferenza stampa. Lo scopo era quello di far sentire la propria voce soprattutto con riguardo ai recenti avvenimenti che recentemente hanno scosso il polo comasco. Primo fra tutti il caso dello non attivazione per l’a.a. 2010/2011 del corso di Economia e Management. Gli studenti hanno duramente criticato la scelta di accettare le nuove immatricolazioni con riserva, e far sborsare alle famiglie 650€ senza alcuna certezza. “Sintomo di ben poca serietà”. Per di più “il caso Economia” afferma Federico Gilardoni, rappresentate degli studenti, “è stato aperto e chiuso senza permettere una discussione adeguata e approfondita in merito”. Altro grande problema avvertito dagli studenti è stato esposto da Luca Parravicini, rappresentate degli studenti al CdA: “il continuo favoritismo nei confronti della sola sede varesina è inaccettabile in unauniversità bipolare per statuto” e che “Como deve smettere di sentirsi inferiore a Varese, nei confronti della quale non abbiamo nulla da invidiare”. Hanno poi preso la parola il Decano della facoltà di Giurisprudenza Prof Albertoni e il presidente Univercomo e Fondazione Cariplo ing. Castiglioni evidenziando come la città di Como abbia una così grande potenzialità sul proprio territorio, che con rammarico non si riesce a sfruttare. Anche il vicesindaco Molinari è intervenuta rimarcando la mancanza di un interlocutore. Abbiamo una risorsa come quella dell’Università che porta a Como 5000 studenti,eppure non si riesce ad integrarla nel territorio. Como non riesce ad essere città universitaria, anche perché si avverte la totalemancanza di cooperazione e collaborazione con le istituzioni, più volte auspicate nella conferenza. Sulla querelle rettore Dionigi gli studenti sono stati sottili e non si sono sbilanciati, ma hanno fatto intendere che è un problema da affrontare. Il tema si affronterà; è stato solo rinviato.
Sulla stampa locale, credo che il pezzo che più trasmette il senso e il contenuto delle dichiarazioni degli studenti sia quello di Andrea Bambace per il Corriere di Como.
Mi permetto di aggiungere alle cronache alcuni punti dell'intervento del decano prof. Albertoni che ho particolarmente apprezzato, dove denunciava fortemente il fatto che l'università italiana negli ultimi trent'anni si è "retta sugli abusi", nei confronti dei ricercatori che non dovrebbero fare lezioni che invece fanno, di professori che (come lui ai tempi in cui insegnava alla Statale di Milano) hanno dovuto fare esami a 2000 studenti quando non possono superare i 500, e degli studenti che erano costretti a seguire le lezioni nei cinema, per cui basta "rispettare la legge" (come fanno ora i ricercatori) per bloccare l'università italiana. Oltre a ciò il decano ha sostenuto che certamente si deve creare un legame tra università e territorio, ma questo non deve incidere su una sacrosanta autonomia dell'Università. Un intervento che mi ha colpito per chiarezza e incisività, e che pochi hanno citato.
Il comportamento dell'Insubria per quel che riguarda il "misterioso caso economia" ha dell'incredibile. Ricapitoliamo per chi si fosse perso qualche puntata di questo dramma universitario: il consiglio di facoltà di Economia per ben due volte si esprime a favore della non attivazione del corso di economia e management a Como per carenza di docenti alla luce della famosa legge 270. Con una presa di posizione che definirei irrituale il senato accademico va contro il volere della facoltà e decide di attivare ugualmente il corso nonostante permangano i problemi sul numero di docenti. Il corso per questo motivo non compare nella pagina del MIUR dei corsi di laurea in economia. A questo punto arriva il colpo di classe: il 2 agosto con un comunicato stampa a sorpresa l'Insubria informa che le iscrizioni a economia sono "aperte con riserva", nel senso che ci si può iscrivere pagando la prima rata, ma nulla garantisce che il corso venga attivato (in caso di non attivazione la rata viene rimborsata, ci mancherebbe altro). Chiaramente con queste premesse le immatricolazioni al corso di economia non vanno oltre la ventina e il corso viene sospeso definitivamente nell'ultimo senato accademico.
Questa maniera di agire è stata aspramente criticata nella famose mail che sono girate tra professori e personale nei giorni scorsi, e anche io la trovo francamente imbarazzante.
Questa Università ha delle risorse. Per quella che è la mia esperienza posso testimoniare un'ottima qualità della didattica, una ricerca scientifica di prim'ordine e un'ottimo rapporto docente-studente. Ma non smette mai di fare autogol di immagine con operazioni come quella della sospensione di economia. Non smette mai di stare in silenzio quando si dice e si scrive di tutto su di essa ed è indispensabile un chiarimento che metta a tacere voci e illazioni più o meno fantasiose.
Da un certo punto di vista non smette mai di stupirmi.
dan
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